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La recente accettazione popolare dell’iniziativa Weber, che limita le residenze secondarie al 20% in tutti i Comuni della Confederazione, pone molteplici problemi, soprattutto a Ticino, Grigioni e Vallese, Cantoni la cui forza economica risiede nel turismo e nell’attrattività del territorio.
Purtroppo le residenze secondarie vengono spesso ingiustamente demonizzate: esse contribuiscono invece in modo determinante in numerosi ambiti della vita del nostro Cantone.

Ecco alcuni esempi:

In ambito turistico...
  • Le residenze secondarie destagionalizzano il turismo: nel nostro Cantone la maggior parte degli alberghi chiude per il periodo invernale. È quindi un “must”, per chi volesse trascorrere un soggiorno in Ticino in inverno, poter disporre di una residenza secondaria. I turisti contribuiscono quindi a creare anche nella bassa stagione, indotto in tutti i settori economici (ristoranti, grandi magazzini, boutique, servizi di diverso tipo). Il nostro clima è particolarmente mite durante l’inverno rispetto al nord delle Alpi e quindi apprezzato da un gran numero di potenziali ospiti che non trovano però accoglienza, se non comperando un’abitazione.
  • Le residenze secondarie fidelizzano il cliente: i proprietari di residenze secondarie, frequentano la nostra Regione con regolarità, trascorrono più periodi all’anno nella loro abitazione, con le loro famiglie, invitando anche conoscenti ed amici, contribuendo così a creare indotto economico sull’arco di tutto l’anno. La continuità che la residenza secondaria offre, permette l’integrazione nel tessuto sociale ticinese. Ristoranti, bar, negozi, artigiani, terapisti, parrucchieri, professionisti di ogni categoria ne traggono beneficio, assicurando così migliaia di posti di lavoro.
  • Le residenze secondarie incrementano le entrate degli Enti turistici: i proprietari di residenze secondarie finanziano mediante la tassa di soggiorno oltre il 50% delle entrate degli enti turistici, permettendo così la realizzazione di manifestazioni ed eventi di grande importanza.

In ambito economico...

Le residenze secondarie sostengono l’edilizia, uno dei settori trainanti dell’economia ticinese: tra gli aspetti più importanti vi è quindi la creazione, il mantenimento e l’incremento di posti di lavoro. A questo settore appartiene un vasto ventaglio di attività professionali: architetti, ingegneri, tecnici, geometri, geologi, assicuratori, impresari costruttori, falegnami, metalcostruttori, piastrellisti, elettricisti, sanitari, imbianchini, gessatori, carpentieri, lattonieri, giardinieri, notai, immobiliaristi, banche, ecc. che rendono l’edilizia colonna portante della struttura economica del nostro Cantone, garantendo il nostro benessere.

In ambito fiscale...

Le residenze secondarie aiutano le finanze del nostro Cantone:

  • Le compravendite immobiliari sono un tassello importante delle entrate pubbliche: tasse di bollo e di trapasso di proprietà e tassa sugli utili immobiliari ammontano a ca. 200 mio all’anno.
  • La tassazione ordinaria del valore di stima e del valore locativo delle residenze secondarie produce un indotto fiscale considerevole.
  • a questo sia ggiungono le imoste prodotte da tutto il settore dell’edilizia (imprenditori e indipendenti) che sono pure rilevanti.

Le insidie dell’iniziativa Weber

  • La recente accettazione popolare dell’iniziativa Weber, il cui obiettivo è quello di limitare al 20% le residenze secondarie in tutti i Comuni della Svizzera, pone molteplici problemi, esclusivamente ai Cantoni che, come il Ticino, hanno avuto finora incalcolabili benefici economici da parte di questo settore.
  • L’iniziativa, passata a causa di un’insufficiente informazione che ha indotto numerosi cittadini ad un’errata interpretazione, crea confusione, sia fra coloro che sono proprietari di residenze secondarie, sia fra coloro che intendono diventarlo. Inoltre l’intero settore economico legato all’edilizia – costituito anche da un numero considerevole di mano d’opera – ne risulta limitato e danneggiato.
  • L’iniziativa ha ignorato la differenza sostanziale tra Cantoni la cui forza economica risiede nel turismo e nell’attrattività territoriale, come Ticino, Grigioni, Vallese ed altri Cantoni il cui benessere è garantito da altre fonti di indotto (Zurigo, Basilea, ecc.)
  • In Ticino, malgrado la situazione economica generale negativa, l’edilizia ha avuto finora ancora una funzione di locomotiva, elemento trainante di tutta una serie di attività principali e complementari che non vanno sottovalutate, in quanto producono e consolidano migliaia di posti di lavoro, generando prosperità e crescita economica del nostro Paese. L’edilizia produce un indotto fiscale considerevole che contribuisce a far fronte alla spesa pubblica
    in modo determinante. Basti pensare che la sola attività di compravendita immobiliare porta annualmente nelle casse pubbliche poco meno di 200 mio di franchi per tassazione sugli utili immobiliari e tasse di iscrizione a Registro Fondiario, che si aggiungono all’indotto fiscale vero e proprio dato dalle imposte dirette e indirette prodotte dalle persone fisiche e giuridiche attive nel settore.
  • In tutti i Comuni in cui le residenze secondarie hanno raggiunto il limite del 20% – praticamente quelli a valenza turistica – si potranno costruire in futuro solo abitazioni destinate a residenze primarie.
    L’edilizia subirà indubbiamente un rallentamento con una conseguente forte riduzione del benessere generale finora prodotto, che inciderà su privati, ente pubblico ticinese e pure a livello generale svizzero.
  • Il settore delle residenze secondarie è sempre stato determinante per la nostra economia. Chi acquista una residenza secondaria è, innanzitutto un turista “ fidelizzato”, desideroso di inserirsi nel tessuto sociale locale. A differenza dei turisti alberghieri questi soggiorna in Ticino anche fuori stagione, assicurando così nell’arco di tutto l’anno un indotto economico a commerci ed esercizi pubblici. E’ inoltre noto come numerosi proprietari di residenze secondarie trasferiscano dopo qualche anno il loro domicilio in Ticino, diventando soggetti fiscali a tutti gli effetti.
  • Pure la realtà delle nostre Valli è rimessa in discussione. L’elevato numero di alloggi divenuti liberi e usati a scopo di vacanza, a seguito dell’esodo della popolazione verso le città, supera la quota del 20% prevista dall’iniziativa.La maggior parte dei Comuni delle nostre Valli verrà quindi fortemente penalizzata.
  • La limitazione delle residenze secondarie in un Cantone a vocazione turistica, in un momento in cui l’edilizia sembra essere uno dei pochi settori trainanti, non potrà che avere conseguenze nefaste per tutta l’economia. I Cantoni stavano già legiferando a questo proposito sulla base di quanto richiesto dalla Legge Federale sulla pianificazione del territorio, per cui l’iniziativa si è contrapposta all’iter legislativo in corso che assicurava il rispetto del federalismo.
  • La nuova legge in preparazione

     
    La Confederazione ora sta legiferando. Il Cantone, tramite un apposito gruppo di lavoro, partecipa ai lavori dell’assemblea dei Cantoni delle Alpi. Si tratta di quei Cantoni che, come il Ticino, saranno particolarmente toccati dalla nuova Legge. Frattanto nel settore delle residenze secondarie regna la confusione. Se da una parte l’edilizia attualmente lavora ancora a pieno ritmo, sulla base delle licenze rilasciate in precedenza, il futuro per questo settore è tutt’altro che roseo, perché è perlomeno assodato che nei Comuni in cui già ora si supera la quota del 20%, di residenze secondarie non se ne costruiranno più.
    Fra alcuni giorni – il 18 giugno – la Confederazione presenterà, durante una conferenza stampa, l’Ordinanza che dovrebbe definire il futuro delle residenze secondarie.